Monday, November 19, 2007

Now is the winter of our discontent made glorious summer by this son of York


la linea verde dalle otto alle nove antimeridiane si trasforma nella metropolitana di tokyo nella rush hour ed è proprio il diversivo da lunedi mattina che ci voleva, si si: centocinquanta persone si assembrano davanti ai tornelli, lo sguardo bovino e il biglietto in mano, piano piano si spintonano fino al binario cercando di evitare i capannelli di ingegneri diretti a piola, irremovibili a gruppi di tre con le loro cartelline rigide e contundenti. la fila sembra educata, quasi si riesce a farla a due a due, come a scuola, sarà colpa del sonno ma sembrano tutti più mansueti a questo punto, io poi sono proprio a posto, ho dei nuovi auricolari troppo grandi infilati nelle orecchie con la pressione del cappello e non sentirei neanche il barrito di un elefante; di fianco a me un uomo sui trentacinque, sbarbato, pashmina e zainetto ovoidale, muove la bocca in un simpatico mantra che immagino essere infiorato da maledizioni e bestemmie tipiche del lunedi mattina. e invece no. siamo troppo vicini per ignorare il suo mugolio disperato:
" e io prego perchè finisca, si, ti prego, dio finiamola, io odio odio odio, ti odio, ti prego basta, io odio la vita con tutto me stesso basta basta basta!!! dio! io odio la mia vita!!!"
all'improvviso chiude la bocca di scatto, infla le mani in tasca e ricacciando le lacrime su dal naso timbra il suo abbonamento settimanale cartaceo sfrecciando a piccoli passi sul binario abbiategrasso, intorno a noi nessuno fa una piega; spengo l'ipod seguendo il rituale mattutino e tiro fuori il libro, ancora in fila davanti al vagone troppo affollato, c'è tanta gente oggi che non mi devo neanche tenere.

2 comments:

Anonymous said...

quando ieri verso le 12.30 si sono aperte le porte della metro e sono entrata secondo consolidati automatismi, ho creduto, per circa 30 lunghissimi secondi, si andare al lavoro. di essere in realtà in qualche giorno feriale a caso.
la realtà s'ì fatta strada quando ho focalizzato sulla moltitudine.
Sudamericani e magrebini. Indiani e slavi.
No, non erano le 6 di mattina di un feriale a caso. Poteva essere solamente la tarda mattinata di una domenica.

Iconoclastique said...

senza campionato rischi di trovarci anche me in metro alle dieci di domenica mattina...