Friday, May 18, 2007

smells & peacocks


Il precariato a volte non è male, davvero:
"che lavoro fai?"
"mah...il precario!"
"uh e che fai di bello?"
"viaggio moltissimo"
ed è vero. un giorno sei qui, domani non lo sai. bus, navette, passanti e tram notturni, ormai ho preso tutto, nel senso buono, anche perchè fosse stato quello cattivo sarei già nel quadro dirigenziale.
Una bella mattina di aprile mi offrono una breve collaborazione in un settore che mi interessa, appena fuori milano.
"si, c'è il bus navetta, è comodissimo"
e in effetti lo è, la grand milan che gira è puntuale e pulita, anche se parte da lambrate.
il bus è bello pieno: ragazze con gli occhiali che assomiglino molto alle mie isteriche e cielline compagne di liceo si siedono nelle prime file mentre dietro si sparpaglia una falange più fricchettona e scomposta, con la maglia fuori dai pantaloni per intenderci; quasi tutti leggono, d'altronde allo spaccio aziendale i libri costano la metà ma forse non è solo per quello. in venti minuti attraversiamo l'ultimo scampolo di città prima di arrivare dalle parti dell'idroscalo, stanno montando il palco del miami, sembra, o forse è miss padania chi lo sa .

"uhh montano un palco, faran qualcosa, sicuro"
"si mi sa come l'anno scorso, le musiche rock, i ragazzini, sai..."
"ahhh si...le musiche. che bello"

guardando da lontano un enorme lingotto riempie la vista: sembra quasi sospeso ma pesantissimo, tutto intorno alberi e laghetti. il bus si ferma e bisogna scendere per farsi riconoscere, gli sconosciuti non entrano qua, il cielo è scurissimo, bisogna sbrigarsi o attraversare il parco sotto uno scroscio immane. la seconda che ho detto, in un attimo le cateratte si aprono e viene giù tutto mentre oche, cigni e pavoni mi rincorrono sul granito bagnato, urlando. visto da vicino il lingotto è la cosa che più assomiglia all'overlook hotel, se non altro per le tappezzerie: la gigantesca struttura marrone ospita 5 piani di open space, moquette marrone bue e controsoffitto di lamelle metalliche a formare un meraviglioso pattern retrò. la luce si riflette sui g5 bianchi che campeggiano su TUTTE le scrivanie e nei bagni arancione fanta ci sono gli armadietti con le chiavi per lasciare l'occorrente al cambio pre ritorno a casa; mi siedo nel mio boxino verde e comincio a lavorare mentre di fianco a me squillano enne cellulari e tutti gridano parole come produzione! set! baguette! sovrappeso! impotenza maschile!
scendo a pranzo, si è fatta l'ora: una faccia amica mi guida attraverso l'enorme mensa con 5 ristoranti, anche quello vegetariano, un inserviente schiaccia per me sulla grliglia un trancio di salmone grande come un neonato e me lo porge sorridendo. è tutto gratis con il bagde del potere e allora prendo anche il budino, cazzo. appena fuori dalla mensa un cortile circolare ospita delle pratiche panchine in granito e, uno spaccio sottocosto, un'edicola sottocosto ed un bancomat, i pavoni girano liberi e in calore, dicono.
sigaretta, caffè della macchinetta (miscela lavazza, specificato) e si fanno le sei, i lemmings intorno a me cominciano ad agitarsi, si esce; nel sole del tramonto si riparte a bordo del bus e tutti leggono in silenzio, di nuovo.

Silvio, prima di passare la palla alla figliola prodiga, ha pensato proprio a tutto:
"parlo con te, caro dipendente, si proprio con te. non solo sarò così buono da darti un lavoro dignitoso e ben pagato ma ti permetterò di esercitarlo tutti i giorni in quest'oasi di pace e stile, fra giardini lussureggianti ed animali rari che si accoppiano mentre li guardi dalla finestra; e non c'è bisogno che tu vada a cercare altre cose fuori, ( anche perchè ho costruito la mia sede così lontana dalla civiltà che per raggiungere un tabaccaio qualsiasi faresti in tempo ad invecchiare e morire) qui c'è tutto quello che ti serve: il piccolo e grazioso supermercato, il nido per i tuoi figli, l'aria condizionata e le riviste gratis. guarda, quasi che potresti sdraiarti sui comodissimi divanetti del mezzanino e dormire qui, invece di tornare a casa dalla tua barbosa e marcescente famiglia, siedi e riposa, caro dipendente. dormi, sogna..siii cosiii..shhh"

c'è da dire che gli è venuto proprio bene, il villaggetto del lavoro sereno, le persone sembrano davvero serene e le piante sui pianerottoli sono vere, come i fottuti pavoni che continuano a strillare sotto la mia finestra, in calore. l'unica vera preoccupazione che mi nasce nel cuore alla triste dipartita è...ma questo posto non ha odore! niente affronti ascellari da parte dei colleghi, nessuna offesa varichinosa nei bagni, discreti e primaverili olezzi di asparago, al massimo, e niente defecatio aviaria, da nessuna parte. mah.
silvio, ne hai combinate di tutti i colori negli ultimi trent'anni..ma questa mi spaventa davvero: hai creato un impero bello, lucido e smagliante..ma senza odori! dove sono gli odori silvio? dove li hai nascosti? eppure sembrava tutto perfetto...tutta l'editoria italiana è tua tua tua tutta tuuuaaaa, ma forse la palmolive no. gli odori silvio, cribbio.

2 comments:

Anonymous said...

insomma alle prossime elezioni voti Silvio? dai dì pure la verità, in fondo i centri sociali li hai sempre schifati, i fricchettoni non ne parliamo neanche; forza, liberati finalmente, ora puoi, puoi urlarlo a tutti, senza paura, dillo: FORZA ITALIA!

Anonymous said...

un mondo terribilmente irreale... poi pensi a Pozzuoli e...