Friday, May 25, 2007

quero morrer no carnaval

la champions league è un argomento che scotta, da queste parti. c'è chi ha deciso di sfidare gli scioperi alitalia rischiando un viaggio omerico per andare a sudare all'olimpico ateniese, chi se ne frega e sbuffa per il caos, chi la usa come scusa per un seratone fantozziano a birra, divano e frittatone. lavoro fino alle 21, intorno a me tutti si agitano e da dietro il monitor spiano di sottecchi il piccolo televisore nell'angolo, sospirando mentre le squadre entrano in campo, vic fa la spola fra il microfono e le telefonate col padre milanista d'antan che promette megaschermo e tagliatelle ai gamberi. aspetto tranquilla il tram che mi porta dagli amici in assetto partita, già i primi motorini, poco scaramantici, sfrecciano con adolescenti rossonero vestiti e strombazzanti a bordo; la città fantasma è popolata solo di donne: donne che fanno aperitivi, donne che passeggiano sbafando gelati in via boccaccio, donne ovunque..solo ad un tavolino del banghrabar noto una coppia ma saranno al primo appuntamento di sicuro, lei beve cocacola e lui è impacciatissimo, probabilmente lanciato in sms calcistici acrobaticamente segreti. in ventudue marzo è il deserto e sembra quasi american beauty con le buste del gs che volteggiano sulla strada umida e vuota.. in casa mi aspettano le heineken e le pizze calde, mentre il temporale estivo bagna i gattini sul balcone il milan vince senza entusiasmo un liverpool ridicolo e scoppiano i primi boati da vittoria. finite le birre e il momento samba usciamo nella festa popolare per ficcarci in un rolling stone che se avessero vinto gli inglesi sarebbe stato identico, forse con 50 persone in più ma nient'altro, d'altronde siamo in italia e, come si dice dalle mie parti "la figa è la figa ma il pallò è il pallò" .

dodici ore dopo milano è un fiorire di balconi rossi e neri, il meglio lo vedo in via farini dove un entusiasta ha messo entrambe le bandiere, inter e milan, entrambe enormi, bah. al lavoro dieci persone sfidano il caldo cambogiano ed i cali di pressione indossando acrilicissime t-shirts di maldini e kakà, a braccia alzate corrono qua e là urlando cose incomprensibili, piccole schermaglie da nulla con i cugini e i tristi gobbi che non riescono a stare zitti nemmeno con 40 gradi. si fanno le ventuno e mi fiondo fuori dalla bolla d'aria condizionata verso del pesce crudo ristoratore, salto sull'1 fino a cadorna e aspetto il 27, al solito in ritardo megalitico; una ragazza si avvicina e i chiede se ci sia un mod più veloce per arrivare al rolling stone, suonano i violent femmes ed un amico la aspetta coi biglietti fuori. cazzo, i violent femmes, sapevo che mi sarei scordata, mi consolo pensando che due giorni di seguito al rolling stone non li avrei retti di sicuro e che sto diventando troppo vecchia per stare in piedi a sudare in discoteca tre volte a settimana..all'altezza del duomo l'autista esce dal gabbiotto e si scusa: il champions corteo iniziato alle 19 è ancora bloccato qua ed i tram non riescono a passare quindi tutti a piedi. la gente sbuffa, mentre le sciure prendono di petto la faccenda improvvisandosi podiste i signori preferiscono polemizzare con lo stanco autista, probabilmente sono juventini pure loro. io sto seduta e zitta, la mia amica del concerto pure, siamo premiate e il 27 riparte in battuta mentre le ultime bandiere sfilano via. nelle prime file siede sempre un tipo strano, lo vedi che non ci sta tutto però sembra innocuo, va avanti e indietro nel corridoio del tram con uno zaino in spalla e ci conta mormorando qualcosa, chissà perchè gli piace questa linea e i passeggeri non ci fanno caso. all'improvviso si ferma nel sedile di fianco a noi, si mette a scrivere qualcosa su un foglio e lo passa alla mia compagna di viaggio "mio numero!" esclama, "chiamami", lei attonita lo accetta con un sorriso. "anzi dammi il tuo dai, quanti anni hai?" si avvicina sempre di più e a stento riesce a stare in piedi sul tram che caracolla lento nel suo percorso alernativo anti corteo, lei è imbarazzata ma gentile "no no ti lascio la mail dai, il cellulare lo uso pochissimo", lui la fissa sudando e implora "daaaiiiiiiii", il mio sopracciglio sinistro è ormai cementificato nella posizione "perplessità". all'arrivo in ventidue marzo lei si accorge che scendo anche io, mi prende più o meno sottobraccio e ci salutiamo mentre il tipo attaccato al finestrino saluta muto il suo amore impossibile. c'è la fila alla cassa, pubblico adulto e nerovestito, composto al contrario delle decine di motorini che continuano ad impazzare sulla strada fra bandiere e magliette, sembra non si siano mai fermati da ieri, come l'orsetto della duracell. "ma ancora stanno a rompere i coglioni?" una sciura dietro di me è fortemente indispettita, tutto questo smog le sporcherà il bucato steso..
fra clacson e fischietti mi infilo al ristorante stupita di essere così gobba e così poco irritata, sarà la fame. dovrò aspettare altre dodici ore per inasprirmi seriamente:

Letizia Moratti felice. Inter e Milan in festa, una soddisfazione anche per il sindaco della città, Letizia Moratti: "Sono felice per il Milan, sono felice per l'Inter, le due squadre sono in questo momento al centro del palcoscenico nazionale ed europeo e quindi anche mondiale. E' un grande successo per Milano - ha concluso - è la capitale del calcio".

ok la champions al milan, ok il contentino agli interisti...ok tutto, ma la felicità di Mestizia Moratti no! no eh!

3 comments:

Barto said...

Poi il concerto ti è piaciuto?

Iconoclastique said...

violent femmes? eh no, ero in 22 marzo per il giapponese all'angolo. se parli dei concerti alla festa li ho allegramente bypassati causa vodka orange e chiacchere con l'avvcato...

Anonymous said...

No no parlavo dei Violent Femmes, mi sembrava di aver capito che alla fine eri andata, invece ho interpretato male :)