Sunday, April 8, 2007

blessing in disguise # 1


non so ancora come ma nel giro di sei mesi sono riuscita a trovare due lavori che non mi permettessero di passare le feste a casa. risultato finale: natale e pasqua in una milano vuota ed in una casa vuota. c'è da dire che a natale vendevo sapone ed era freddissimo e lo stoccafisso della vigilia della mamma mi mancava come l'aria (e una serie di altre cose)..c'è da dire che l'isolamento per me non è mai stato un vero problema se ho abbastanza sigarette e un'interfaccia..c'è da dire che a parte l'agnello fritto e l'acquisizione un sistema operativo degno di questo nome non avrei avuto motivi per scendere...c'è da dire che dopo la prima settimana di sveglia alle 5 ho deciso di fare come cristo:addormentarmi il venerdi per risorgere la domenica a pranzo. quindi ho rapinato il discount sotto casa di quattro o cinque chili di cibo assortito e mi sono seduta ad affronatare il lungo weekend festivo che i metereologi spacciavano come "l'inizio dell'estate". non mi sono seduta subio in realtà, nell'entusiasmo dei 23 gradi mi sono gettata fuori di casa per respirare un pò di polveri sottili ibiza edition, con le strade intorno a palestro quasi vuote a parte una quindicina di famiglie upper class che pascolavano ai giardini bambini biondi vestiti dolcegabbana e golden retriver d'ordinanza e famiglie di indiani in bmw che pascolavano bambine in sari con la sigaretta in bocca e capelli lunghissimi.
faccio l'estiva e mi prendo una granita da passeggio, cammino lenta abbandonando la mia famosa andatura marcetta scout calpestando boccioli caduti dalle mega magnolie che il comune di milano ha deciso di piantare solo nei quartieri alti e mi godo il sole in faccia che quasi scotta. fra corso venezia e san babila ho una rivelazione olfattiva: sarà la quasi brezza che tira in questa città perennemente senza vento, sarà che due terzi del traffico è stato dirottato sulla a14 adriatica due ore fa ( e se non lo so io..) ma c'è uno strano odore. io non ci vedo, o meglio sono tragicamente miope, in seconda media leggendo una teoria darwiniana riadattata per i sussidiari ho deciso che essendo cecata avrei acquisito un olfatto incredibile, ed è più o meno vero, anche se a volte non si rivela proprio un dono, ad esempio fare il segugio nei corridoi di casa cercando la merda del gatto non faceva parte del brillante futuro da scienziato olfattista che mi ero immaginata quella volta del sussidiario..ma tant'è.
insomma in due parole..corso venezia puzza di mare: tira quell'aria lucida e fresca che respiri dal finestrino aperto sulla strada di portonovo, quell'aria da sette-otto di mattina arrivate dopo una lunga notte di sonno o di festa che non puoi fare a meno di respirare tutta insieme pensando che fra due giorni devi tornare a soffocarti di marmitte lombarde, quell'aria da "esco da solo, mi faccio un giro camminando con la mia inseguibile andatura con l'ipod a buco e sudando un pò, si si".
questo mi è sempre venuto bene in effetti: le cose che non puoi spiegare non le puoi dividere, ma se non sono troppe va bene così; va bene avere un angolo privato che ogni tanto vai a pulire a solo, con le mani nei gatti di polvere a starnutire finchè non è così lucido che ti ci puoi specchiare, riconoscendo qualcosa che è tuo ma che non vedevi da un pò, prendendolo in mano e rimettendolo al suo posto, dove fa clic e tutto torna, alla fine.

2 comments:

Anonymous said...

ma quindi?
portonovo era dietro via eritrea o si era semplicemente aperto il buco-spazio-temporale che portava da giacchetti?
o semplicemente fogne saltate/arrivo imminente di burrasca?

_ari_

Iconoclastique said...

buco temporale che portava ai pescetti temo. pescettiiiiiiiii