Thursday, December 6, 2007

"when the president talks to god are the conversations brief or long?"


oggi sei dicembre iil nostro vetusto presidente della repubblica ha deciso di visitare l'azienda per cui lavoro ma che mi fa pagare da qualcun altro, arrivo previsto per le ore 11: da giorni inquietanti e minacciose circolari ammoniscono di non entrare, uscire, zagare e respirare almeno fino alle 12 e 30;
in questo clima di allegra subordinazione, fra cinquantenni in tubino, zeppe e parigine, realizzo all'improvviso che non potrò neanche fare la pipì, per ore, LUI ci deve trovare alla scrivania, alacri e sorridenti. comincio a fantasticare su una improbabile conversazione fra me e il giorgio.

mi avvicino lentamente al corridoio e furtiva, al suo passaggio, tirandogli il bordo della giacca dico:

"presidè, buongiorno, una domanda...ma che mi fa assumere? sa qui sotto i sessanta siamo anche pochi, fr una mattina di queste arriviamo al lavoro e li troviamo tutti morti sotto le scrivanie, come in quel bel libro di coe sulla sua fidanzata che va in coma, l'ha letto? ecco insomma, magari un pò di ricambio, i dipendenti anziani cominciano a guardarci male anche se gli stiamo pagando la pensione, presto dovremo difenderci, ce la da una mano?"

lui mi guarda, sorride ed esclama "certo cara"
poi mentre si allontana fra la folla sussurra nell'orecchio del suo assistente "fatela a pezzi e datela in pasto ai cani"

andrà così, ne sono certa.

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